Biografia di Renata Pfeiffer
Renata Pfeiffer, pittrice milanese nata nel 1930, opera nell'arte dal 1958, data a cui risale il suo primo dipinto, un ritratto ad olio della figlia Laura a cinque anni.
Da allora ha attraversato il mondo dell'arte milanese e non solo seguendo un suo percorso personale, riconosciuto da critici e letterati, come Dino Buzzati, Raffaele Carrieri, Liana Bortolon, che è partito con un uso particolarissimo dei colori a smalto industriale, per descrivere, negli anni '70-'80, il mondo delle periferie e dei cantieri urbani, soprattutto di Milano, con una ricerca applicata all'esaltazione grafica dei macchinari che rappresentano la costruzione della città che cresce, come le gru, gli schiacciasassi, i tralicci, contrapposti e il più delle volte integrati a segmentare il paesaggio in trame aeree.
Sulla scorta delle ricerche di Mondrian, Renata si è avvicinata gradatamente ad un livello di astrazione che non prescinde mai, come lei stessa dichiara nel film, dal dato figurativo, perché per lei “l'astratto non esiste”, con risultati coloristici e compositivi preziosi. Nel corso degli anni ed in parallelo, Renata, essendo anche giornalista ed avendo collaborato con varie testate di giornali per ragazzi, ha potuto affiancare il lavoro del marito, Enrico Bagnoli, uno dei grandi illustratori italiani (per Fratelli Fabbri, Mondadori, Ghisetti e Corvi, fino a Martin Mystère per Bonelli), venuto a mancare di recente, contribuendo alla stesura di soggetti e sceneggiature nel campo dei fumetti.
Purtroppo negli anni '90 l'uso protratto degli smalti industriali si è rivelato tossico per Renata, provocandole un tumore. Questo ha determinato in lei un doloroso abbandono dei materiali fino allora usati e una ricerca continua di nuovi mezzi di espressione. All'inizio di quest'anno la sua creatività si è manifestata attraverso l'uso dei metalli, dando il la ad una produzione, sorprendente per tecnica e carattere innovativo. In ottobre ha esposto alla Fondazione Luciana Matalon, in Foro Bonaparte a Milano, le sue 35 nuove opere incentrate sul mondo degli abissi marini e realizzate in metalli vari, alluminio, rame, bronzo, residui di gioielli e minuterie, pietre semipreziose, scarti di fonderia, fili e lamine, di una sorprendente bellezza, in bilico e in sintesi geniale tra la figurazione e l'astrazione.