Biografia di Antonio Piatti
Antonio Piatti (1875 - 1962), figlio dello scultore Domenico, fu avviato alla scultura dal padre sin dalla giovane età e lavorò già a dodici anni nella bottega di famiglia. In seguito si perfezionò con Leonardo Bistolfi a Torino e si dedicò poi alla pittura. A 17 anni si iscrisse alla scuola di disegno dell'Istituto tecnico di Cuneo, dove si era trasferita la famiglia, seguendo i corsi a Brera come allievo di Cesare Tallone.
Ancora studente, nel 1901 partecipò alla prima esposizione d'arte di Varese e ottenne la medaglia d'argento a Torino. Nel 1903 vinse il premio nazionale di pittura alla biennale di Brera con il quadro "Supremo dolore". Nel 1904 vinse il premio "Pensionato Oggioni", che gli garantì un soggiorno di studio a Roma per due anni. Prima di recarsi a Roma, trascorse alcuni mesi a Parigi per approfondire la conoscenza dell'ambiente e delle tendenze artistiche. Dopo il periodo romano, partecipò a tutte le principali esposizioni in Italia e all'estero e per 16 anni primeggiò alle Biennali di Venezia.
Inizialmente orientato verso la pittura storica e di genere, si avvicinò successivamente alla ritrattistica e al paesaggio. Le sue opere si trovano in diverse collezioni private, alla GAM di Milano e al Comune di Cuneo, dove è conservato il suo primo ritratto di rilievo, raffigurante Giovanni Giolitti. Al Museo Teatrale della Scala è conservato invece il ritratto del compositore Pietro Mascagni.
Oltre che pittore, Piatti si interessò anche alla scultura e alla letteratura, affiancando ogni tanto ai capolavori di pittura qualche prodotto della sua passione iniziale. Una sua opera, "Il ponticello dei sospiri", che raffigura una coppia di innamorati sulle rive dello Stura di Cuneo, fu riprodotta con successo su cartoline per oltre 50 anni.