Barthélémy Prieur fu uno scultore francese specializzato nella lavorazione della pietra e del marmo che - soprattutto nella fase finale della sua carriera - si specializzò nella fusione in serie di piccole sculture in bronzo pensate direttamente per il collezionismo (precedendo di poco gli sforzi dello scultore-bronzista fiorentino Antonio Susini con le sue sculture dai modelli del Giambologna). Tra il 1564 e il 1567 lavorò alla corte del duca Emanuele Filiberto di Savoia a Torino e, mentre era in Italia, è ipotizzabile che abbia visitato Firenze, Milano e Roma. Leggi la biografia completa
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Barthélémy Prieur fu uno scultore francese specializzato nella lavorazione della pietra e del marmo che - soprattutto nella fase finale della sua carriera - si specializzò nella fusione in serie di piccole sculture in bronzo pensate direttamente per il collezionismo (precedendo di poco gli sforzi dello scultore-bronzista fiorentino Antonio Susini con le sue sculture dai modelli del Giambologna). Tra il 1564 e il 1567 lavorò alla corte del duca Emanuele Filiberto di Savoia a Torino e, mentre era in Italia, è ipotizzabile che abbia visitato Firenze, Milano e Roma. È attestato a Parigi nel 1571, dove, per una cugina della sua prima protettrice, Maddalena di Savoia, eseguì due Virtù in bronzo per il monumento al cuore del conestabile Anne de Montmorency, suo defunto marito. Un inventario redatto dopo la morte della prima moglie di Prieur nel 1583 rivela la sua ricchezza e la gamma dei modelli che stava producendo in bronzo. Essendo protestante, fuggì a Sedan, dove nel 1591 fu nominato scultore del re da Enrico IV. Ritornato a Parigi insieme al monarca nel 1594, si dedicò alla decorazione architettonica del Palais du Louvre, oltre a preparare le sculture per il monumento di Enrico IV e della regina, Maria de' Medici. Un quarto di secolo dopo, un altro inventario, redatto dopo la morte dello stesso Prieur nel 1611, rivela una gamma ancora più ampia di modelli di piccoli bronzi in corso di produzione: stampi in gesso, modelli per colate in cera e bronzi, alcuni solo in parte finiti, conservati stanti nella fonderia, ecc. Questi includevano rappresentazioni del re e della regina (la più celebre delle quali è un gruppo di re Enrico IV a cavallo che sconfigge i suoi nemici) animali e figure umane classiche o di genere.