Biografia di Don Angelo Rescalli
Angelo Rescalli (Azzanello, 14 novembre 1884 - Susa, 10 dicembre 1956) è stato un presbitero e pittore italiano.
Angelo Primo Stanislao Rescalli nacque ad Azzanello nel 1884. Entrato nel Seminario Vescovile di Cremona nel 1897, venne ordinato presbitero nel 1909 ed inviato come vicario a Vescovato e poi ad Olmeneta. In quegli anni nacque la passione di Rescalli per la pittura; nel 1915, all'entrata in guerra dell'Italia, venne chiamato alle armi e mandato a San Remo, dove divenne vice-cappellano nel 1916 e cappellano nel 1917. Nonostante la fine delle ostilità e le richieste di rientro da parte della Diocesi di Cremona, Rescalli rimase in Liguria dove la sua carriera pittorica diventava sempre più promettente: entrò infatti sotto la protezione di due nobildonne del luogo, la baronessa Matilde Van Eys, che gli donò una casa sul mare da adibire a studio pittorico, e la contessa Modesta Dell'Oro Hermil, che gli garantiva ospitalità nella sua casa di Susa, in Piemonte, presso la quale fece costruire una pagoda anch'essa come studio di pittura. Di qui la vasta produzione di opere a soggetto valsusino. Da quel momento i continui viaggi in Italia, in Francia e nei Paesi Bassi gli permisero di costruirsi una solidissima committenza e conoscenze altolocate: tra queste, il Generale Luigi Cadorna e soprattutto il Principe Umberto II, con il quale fu per anni in un rapporto di viva cordialità, essendo il principe ereditario residente a Torino. Alcuni suoi dipinti furono infatti acquistati per le collezioni sabaude, pur non essendo ancora stati rintracciati, e il Principe fu per anni presenza frequente alle inaugurazioni delle mostre personali del sacerdote. In Valle di Susa strinse rapporti di amicizia con Federico Marconcini, che divenne convinto collezionista delle sue opere che espose nel Castello di Bruzolo, sua dimora.
Nel 1940, sull'onda del successo, si trasferì a Roma. Il precipitare della situazione politica lo portò a rifugiarsi a Susa, dove ebbe un ruolo nella locale Resistenza. Alla fine della guerra, tentò il ritorno a Roma, ma scoprì con amarezza che i beni presenti nel suo alloggio erano stati trafugati, e non riuscì nemmeno a riprendere possesso dell'immobile. La vicenda gli causò grande amarezza: seguì il definitivo ritorno a Susa, il ritiro dalla vita pubblica e l'inizio del declino umano e professionale. Ciononostante fu nominato membro onorario dell'Instituto de cultura americana de Tolosa (La Plata) in Argentina (1943) e Accademico Pontificio da Papa Pio XII (1953).