Biografia di Michele Revellino
Nasce a Torino il 23/06/1962. Formazione in chimica, una susseguente laurea in scienze aziendali e lavoro in campo industriale nelle materie plastiche. Inizia negli anni 80’ un percorso artistico in una Torino giovanile in fermento che guardava alle influenze Punk inglesi e alla nascente New Wave con i primi lavori di collage e acrilici su cartoncino atti a rappresentare la sua visione della realtà, riutilizzando oggetti recuperati e decontestualizzandoli in un amalgama di colori e sensazioni. Proprio in quegli anni partecipò ad esempio alla sua prima collettiva con un frigorifero anni 60 totalmente ridipinto con colori acrilici.
Affascinato da tutte le avanguardie e dai graffitisti americani, Basquiat in quegli anni stava emergendo con la sua pittura colorata e violenta come le strade della grande mela, Harring con la sua simbologia arcaica riutilizzata per comunicare direttamente una critica sulla società consumistica. Nascono così negli anni 90 le tele elaborate al computer con l’utilizzo degli smalti industriali del silicone, ai sugheri per arrivare negli anni 2000 ai poliuretani e l’utilizzo degli ink jet, miscelati con ricercata tecnica ai materiali tradizionali della pittura, acrilici e oli, in una continua aspirazione della rappresentazione emozionale in chiave artistica anche attraverso quei materiali che sono i testimoni del nostro tempo.
Gli ultimi lavori sono forse la sintesi di questa ormai lunga sperimentazione e ricerca, o meglio questa che come la definisce l’artista in unica parola“TRASFORMAZIONE” Transformation in inglese, che l’ha portato a coniugare un supporto che non è più la carta o la tela, ma un supporto come il polistirene espanso che diventa materiale scultoreo tridimensionale lavorato inciso bruciato colorato ad olio e resine, tale in alcuni passaggi, da trasformarlo in qualche cosa di non terreno o di non immediatamente percepibile o paragonabile ai materiali più tradizionali come il legno o la pietra, ma proprio per questo ti attira viene voglia di toccarlo per capire perché “dobbiamo” razionalmente darci una spiegazione per sentirci tranquilli, ecco l’artista ha già compiuto il suo miracolo ci ha portati a confrontarci con le nostre paure e a tuffarci nei colori del suo mondo a scoprire le mille figure celate nelle sue arcaiche rappresentazioni.