Girolamo Romanino Quotazioni, valore e valutazione opere

Girolamo Romani, noto come il Romanino, è stato un pittore italiano nato a Brescia intorno al 1484 e deceduto circa nel 1566. Discendente di una famiglia presente a Brescia sin dall'inizio del XV secolo ma originaria di Romano di Lombardia, il Romanino si formò tra Brescia e Venezia, venendo influenzato dagli stili di Giorgione e Dürer, come dimostrano opere come “La Madonna col Bambino”, conservata presso il Museo del Louvre e realizzata verso il 1510.
Successivamente, il pittore si avvicinò ai modi prospettici milanesi di Bramantino e Bernardo Zenale, come si può notare negli affreschi con “Episodi della vita di Nicolò Orsini”, oggi custoditi a Budapest e datati al 1509, e nella “Paletta di San Rocco”, nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Brescia.
Tra le opere che il Romanino realizzò in questo periodo spiccano il “Compianto sul Cristo morto”, esposto presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, “La Pietà” nella chiesa di San Francesco a Brescia e le due coppie di santi commissionate per un polittico nel 1511, ora divise tra la raccolta Cunietti di Milano e il Museo di Kassel.
Alla fine del 1512, il Romanino si trasferì a Padova, dove fu incaricato di realizzare la pala dell'altare maggiore del Monastero di Santa Giustina. Leggi la biografia completa

Girolamo Romani, noto come il Romanino, è stato un pittore italiano nato a Brescia intorno al 1484 e deceduto circa nel 1566. Discendente di una famiglia presente a Brescia sin dall'inizio del XV secolo ma originaria di Romano di Lombardia, il Romanino si formò tra Brescia e Venezia, venendo influenzato dagli stili di Giorgione e Dürer, come dimostrano opere come “La Madonna col Bambino”, conservata presso il Museo del Louvre e realizzata verso il 1510.
Successivamente, il pittore si avvicinò ai modi prospettici milanesi di Bramantino e Bernardo Zenale, come si può notare negli affreschi con “Episodi della vita di Nicolò Orsini”, oggi custoditi a Budapest e datati al 1509, e nella “Paletta di San Rocco”, nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Brescia.
Tra le opere che il Romanino realizzò in questo periodo spiccano il “Compianto sul Cristo morto”, esposto presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, “La Pietà” nella chiesa di San Francesco a Brescia e le due coppie di santi commissionate per un polittico nel 1511, ora divise tra la raccolta Cunietti di Milano e il Museo di Kassel.
Alla fine del 1512, il Romanino si trasferì a Padova, dove fu incaricato di realizzare la pala dell'altare maggiore del Monastero di Santa Giustina. Qui, poté studiare gli affreschi di Tiziano nella Scuola del Santo e rinvigorire la sua produzione pittorica con suggestioni bramantesche.
Nel 1531-32, il Romanino collaborò a Trento con Dosso Dossi, Battista Dossi e il Fogolino alla decorazione del Magno Palazzo, costruito su commissione del cardinale Bernardo Cles, principe vescovo di Trento.
Tra il 1539-40, il pittore realizzò le ante d'organo per il Duomo vecchio di Brescia e per San Giorgio in Braida a Verona, mentre tra il 1545 e il 1548 eseguì la Pala di San Domenico.
Negli ultimi anni della sua vita, il Romanino collaborò con il genero Lattanzio Gambara ai cicli profani dei Palazzi Lechi e Averoldi a Brescia. La sua ultima opera nota, “La Vocazione dei santi Pietro e Andrea”, risale al 1557-58 e