Biografia di Piero Sadun
Piero Sadun è nato a Siena nel 1919 e ha trascorso la sua giovinezza tra la sua città natale e Firenze, sperimentando presto la sua passione per la pittura. Viene espulso dal liceo a causa delle leggi razziali e si diploma da privatista. Nel 1943, scampato dai rastrellamenti antisemiti, diventa partigiano rifugiandosi sui monti d'Arezzo. Dopo la guerra, si trasferisce a Roma, dove nel 1945 fa il suo esordio in una collettiva insieme a Scialoja e Stradone. Due anni dopo, si unisce a loro Ciarrocchi e con la loro collaborazione viene esposto alla Galleria del Secolo in una mostra introdotta da Cesare Brandi.
La sua pittura, definita "fuori strada" da Brandi, è pregnante di memorie che risalgono a Van Gogh, a Scipione e a Soutine, densa di materia stesa in pennellate che percorrono tutta la tela vorticosamente, come si evince dai primi, la sere dei 'Ritratti di Don Luigi', del '46-'47. Nel 1950, espone per la prima volta alla Biennale di Venezia, che gli dedicherà una personale nel 1960.
Nel decennio successivo, fa sua la lezione morandiana. Nel 1960 entra nella sua ultima stagione artistica, caratterizzata da una definitiva tecnica astratta. Sadun infatti recupera dapprima la densa materia frammentata dal gesto dei suoi esordi, per poi dedicarsi a silenziose e raffinate stesure cromatiche, tendenti al monocromo. Muore a Siena nel 1974.