Giuseppe Scalvini Quotazioni, valore e valutazione opere

Giuseppe Scalvini nasce a Milano nel 1908. Figlio di un artigiano stuccatore, Scalvini seguì i corsi serali presso l'Accademia di Belle Arti di Brera come giovane garzone del padre. Leggi la biografia completa

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Biografia di Giuseppe Scalvini

Giuseppe Scalvini nasce a Milano nel 1908. Figlio di un artigiano stuccatore, Scalvini seguì i corsi serali presso l'Accademia di Belle Arti di Brera come giovane garzone del padre. Nel 1930, riuscì ad aprire il proprio studio e si dedicò esclusivamente alla scultura. L'anno successivo, Scalvini espose per la prima volta a Milano e nel 1937, grazie ad un premio conferitogli dalla Permanente, ebbe modo di viaggiare a Parigi dove rimase colpito dall'imponente novità del Guernica di Picasso.
Il definitivo riconoscimento del suo valore artistico arriva con il duplice invito alle Biennali di Venezia del 1948 e del 1954. Nel periodo post-bellico, Scalvini si unì al gruppo milanese chiamato 15 Borgonovo, successivamente aderì al movimento realista degli Anni Cinquanta, da cui nacque la celebre opera Mondina che riposa, del 1952. In seguito, preferì una strada più personale, con una poetica basata sull'essenzialità, attentamente focalizzata sulla descrizione delle "piccole miserie dell'uomo", che gli permise di attraversare indenne le varie mode del momento e di consolidare la sua posizione all'interno del panorama della scultura italiana contemporanea.
A testimonianza del suo legame particolare con la Brianza, rimangono i suoi lavori presenti nelle chiese di Verano, Giussano e Desio. Ancora più significativa, la recente decisione - presa all'età di 93 anni - di donare una collezione di 35 statue alla città di Desio. Queste sono ora custodite nella prestigiosa Villa Tittoni Traversi, e conservate nella loro integrità, lontane da ogni tipo di logica commerciale, proprio come Scalvini desiderava.
Inoltre, il tondo in ceramica verde raffigurante San Francesco è un esempio del talento di Scalvini nel creare armoniosi ritmi e volumi senza perdere l'espressione e la forza espressiva.

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