Biografia di Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia (1921 - 1989) nasce a Racalmuto l’8 gennaio 1921, primo di tre fratelli. Studia a Caltanissetta, all’Istituto Magistrale dove ottiene nel 1941 il diploma di maestro elementare. Contemporaneamente al lavoro di insegnante, si dedica all’attività letteraria pubblicando scritti critici e le prime operette; collabora con l’editore di Caltanisetta Salvatore Sciascia e con la rivista “Galleria”. Il primo libro di Leonardo Sciascia dal titolo "Le favole della dittatura" viene pubblicato nel 1950. Egli è arrivato a rappresentare una delle menti più lucide e anticonformiste della cultura italiana ed europea del secondo dopoguerra, critico inesorabile della mafia, che imperversava impunita in tutti i settori della società. Molte trame delle opere di Leonardo Sciascia sono state utilizzate come sceneggiature di film di impegno sociale di grande successo, quali: "Porte Aperte" (di Gianni Amelio - 1990), "Cadaveri Eccellenti" (di Francesco Rosi - 1976) e "Il giorno della civetta" (di Damiano Damiani - 1968). Sciascia si rivela da subito narratore e saggista con un forte interesse per la realtà politica e sociale. Nel 1956 il suo libro “Le parrocchie di Regalpetra” suscita una certa attenzione a livello nazionale. Nel 1957-58 Leonardo Sciascia si trasferisce a Roma, distaccato presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Quando rientra in Sicilia abbandona l’insegnamento e si trasferisce a Caltanissetta dove lavora per il patronato scolastico. Tra il 1958 e il 1961 scrive la raccolta di racconti “Gli zii di Sicilia”, composta di 7 racconti in tutto. Nel 1961 pubblica il breve romanzo, “Il giorno della civetta”, libro di denuncia del fenomeno della mafia che suscita grande attenzione nell’opinione pubblica. Nel 1967 si trasferisce a Palermo, dove vive per il resto della sua vita. Nel 1970 lascia l’impiego statale per dedicarsi all’attività culturale con interventi ed opere critiche. Sciascia si afferma anche a livello internazionale come intellettuale inquieto e controcorrente che contesta i poteri costituiti e le interpretazioni convenzionali della realtà sociale. Nel 1975 viene eletto come indipendente nelle liste del Pci alle elezioni comunali di Palermo ma solo due anni dopo Sciascia si dimette dalla carica deluso dalla scarsa efficacia dei suoi interventi in politica e dalle scelte ideologiche del Pci. In occasione del rapimento dell’Onorevole Moro della Democrazia Cristiana, Leonardo Sciascia si esprime a favore di una trattativa per la salvezza dell’uomo politico e scrive il pamphlet "L’affaire Moro" in cui espone il suo pensiero anche riguardo al fenomeno del terrorismo. Nel 1979 viene eletto deputato nello schieramento del Partito Radicale e prende parte alla Commissione d’indagine sul caso Moro. Sciascia muore a Palermo il 20 Novembre del 1989 per un male incurabile.