Biografia di Seguso Vetri D'arte
Seguso Vetri D’Arte Nel 1933 un gruppo di maestri vetrai che avevano lasciato la Barovier & Co. decide di aprire una propria vetreria, dando inizio alla Artistica Soffieria e Vetreria Barovier Seguso Ferro. La produzione era costituita da vetri soffiati incassati, figurine stilizzate, animali e piante grasse, vagamente in linea con le mode del momento. Nel 1937 la vetreria prese l'attuale nome di Seguso vetri d'Arte. Il designer Francesco Poli, collaborando con alcuni maestri eccezionali, come Archimede Seguso, il maestro vetraio divenuto lui stesso socio, concentra i suoi interessi su materiali spessi, esaltati da inclusioni di particelle metalliche o minuscole bolle d'aria (vetro bulicante). Alla Biennale di Venezia di quegli anni riscuote grande successo la serie degli animali in vetro modellato a caldo, insieme ai vasi corrosi e alle sculture in vetro bulicante. Nel dopoguerra, alcune serie di vasi leggeri, a fasce policrome, vengono esposte alla Biennale di Venezia del 1948. Raggiunta la piena maturità, Flavio Poli disegna nel periodo 1950-1960 tutta una serie di pezzi sommersi, fatti di forme essenziali, caratterizzati dall'uso di colori freddi, a volte ravvivati da un filo in colore contrastante, e rifiniti al volante, in modo da ottenere un contrasto più marcato tra la spessa base e i bordi sottili, quasi taglienti. Bisogna però tenere presente che uno dei settori in cui l'azienda ha trovato le sue migliori espressioni è stato quello dell'illuminazione, pensata soprattutto per spazi pubblici, grandi alberghi, transatlantici, in Italia e all'estero. I riconoscimenti ricevuti dall'azienda per queste produzioni sono innumerevoli, sia in Italia che all'estero: in particolare il Compasso d'Oro nel 1954, il Gran Premio alle quattro edizioni della Triennale del secondo dopoguerra, e all? Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1958. L'azienda è tuttora operativa.