Biografia di Giovanni E Angelo Sello
Giovanni Sello (Udine, 1835–1909) aveva appreso il mestiere di falegname all’Arsenale di Vienna. Dopo il servizio militare aprì nel 1868 un laboratorio in via Gemona dove si eseguivano lavori di carpenteria edilizia, infissi, portoni, attrezzi agricoli. Nel 1878 partecipò con uno sgranatoio ad una esposizione di macchine agricole a Parigi. Tali manifestazioni furono per lui sempre uno stimolo per migliorare la produzione che, da quella di Torino del 1884, comprese mobili per uso domestico, squadrati e massicci. Nel 1907 l’attività, trasferita in piazza Primo Maggio, fu meccanizzata con l’elettricità. Numerosi furono gli arredi per case e negozi. Dal 1894 tutti i figli entrarono a bottega, ciascuno con il suo ruolo specifico: Angelo come progettista, Luigi come tappezziere, Antonino come ebanista, Enrico come fabbro bronzista, Umberto come decoratore e Ottavio come geometra, mentre la figlia Ida si occupò di giocattoli educativi. Alla morte di Giovanni, nel 1909, Angelo (1881 - 1973), nato nel 1881, divenne il titolare del mobilificio, dove rinnovò la produzione. Aveva frequentato la Scuola d’arte e mestieri coltivando l’amicizia con i maggiori artisti e artigiani del periodo, tra cui Alberto Calligaris, Aurelio Mistruzzi, Carlo Burghart, Arturo Collavini. Diplomatosi nel 1903, continuò a insegnare nella scuola fino al 1909, formandosi una ricca biblioteca, che testimonia i suoi vivaci interessi culturali. Nel 1903 partecipò all’Esposizione regionale di Udine con una sala da pranzo ispirata ai modelli dell’“Aemilia Ars”; nel 1906 a quella internazionale di Milano; nel 1907 alla Mostra d’arte decorativa di Udine, fino a essere premiato all’Esposizione di Torino del 1911. In questo primo periodo di ricerca Angelo si cimentò nelle strutture eleganti e flessuose art nouveau, non senza riprese eclettiche. Dal 1910 si orientò decisamente verso le forme squadrate della secessione viennese, le più adatte alla lavorazione meccanizzata del mobilificio. Negli anni Venti gli arredi di Angelo, che li disegnava da solo disdegnando qualsiasi collaborazione, continuarono ad imitare gli esempi tedeschi; aumentarono però le dimensioni dei moduli e la quantità delle decorazioni. Particolarmente significativa fu la presenza di Angelo alla I Biennale d’arti decorative di Monza (1923), dove allestì le sale friulane, e alla III (1927), mentre nel 1925 eseguì la sala del consiglio per la Camera di commercio. Tra il 1927 e il 1928 il mobilificio Sello partecipò a una serie di concorsi pubblici banditi dall’ENAPI, in cui si distinse il progetto per gli arredi popolari della Garbatella a Roma. Negli anni Trenta, Angelo rifiutò di collaborare con gli architetti e, non potendo partecipare ai concorsi pubblici, ripiegò sulla committenza privata. La necessità di avere un costoso magazzino di legname, l’attenzione quasi maniacale alle rifiniture, il peso della tradizione in una società mutata, lo costrinsero a chiudere il mobilificio nel 1951. L’edificio fu donato da Angelo, Luigi e Antonino Stello al comune affinché ne facesse una scuola d’arte che continuasse la tradizione artigiana. Angelo morì nel 1973.