Biografia di Adriano Spatola
Adriano Spatola, nato il 4 maggio 1941 a Sapjane, in Istria, all'epoca italiana e attualmente in territorio croato, è stato un poeta, saggista ed editore italiano. Dopo essersi diplomato al liceo classico Galvani di Bologna nel 1959, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, ma passò poi nel 1960 alla facoltà di lettere e filosofia, attratto dalle lezioni di Luciano Anceschi, con cui rimase vicino sia umanamente che intellettualmente per tutta la sua vita. Dopo essersi laureato solo nel 1982, con una tesi su "La poesia sperimentale e il Surrealismo", pubblicò il suo primo scritto teorico sulla rivista "Il Mulino" nel 1960. Si tratta di una difesa delle ragioni autonome dell'espressione artistica contro le pretese di engagement rappresentate dai surrealisti e dal realismo pasoliniano.
La critica al dogmatismo marxista, basata su una concezione esistenzialistica, venne sviluppata in "Responsabilità e libertà" (Il Cenobio, marzo-aprile 1961), mostrando le sue precoci capacità di affrontare le implicazioni filosofiche della prassi letteraria. Esordì come poeta nel 1961 con "Le pietre e gli dei" (Tamari, Bologna), dove l'intimismo si estende in una visione drammatica dell'esperienza umana. Nel 1961 entrò in contatto con Nanni Balestrini e con l'ambiente della rivista "Il Verri", su cui pubblicò il saggio "Inutilità" di Lukacs (dicembre 1961). Nel gennaio del 1962 maturò il progetto di fondare una pubblicazione che accogliesse testi di studio e di ricerca originati dai seminari di Anceschi: Bab Ilu, di cui uscirono due numeri nel corso di quell'anno.
Questo fu il preludio alla sua svolta più decisa nel corso del 1963, quando Anceschi gli affidò le recensioni poetiche de "Il Verri", sul quale aveva esordito con il poemetto "Alamogordo 1945" (febbraio 1962), e venne coinvolto nei lavori del convegno palermitano del Gruppo 63, contribuendo con la lettura del poemetto "Il boomerang". Dopo un aspro contrasto con il padre, andò a vivere da solo e si mantenne come correttore di bozze e impaginatore alla casa editrice "Il Mulino", un apprendistato che gli fu utile per i suoi successivi impegni editoriali. Nel 1964 collaborò alla fondazione della rivista "Malebolge", affidata a un comitato editoriale coordinato da Ennio Scolari, di cui fece parte con Antonio Porta, Corrado Costa, Giorgio Celli e altri. Questo gruppo organizzò il secondo convegno del Gruppo 63 a Reggio Emilia nel novembre del 1964, durante il quale ebbe luogo una mostra di poesia visiva in cui espose accanto a Villa, Balestrini, Antonio Bueno, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini e Porta.
Dal 1965 al 1968 svolse la funzione di direttore editoriale per la Sampietro di Bologna, facendola diventare un punto di riferimento dell'editoria radicale di avanguardia italiana e svolgendo una funzione di snodo tra le posizioni del Gruppo 70 e quelle del Gruppo 63. Nel 1967 ebbe la sua prima esposizione personale alla Galleria Alpha di Modena; sempre nello stesso anno organizzò con Arrigo Lora Totino e Franco Verdi l'Esposizione internazionale di poesia sperimentale a Castelfranco Veneto, sulla scia di quella modenese del giugno del 1966, mentre un suo lavoro fu inserito nell'"Anthology of concretism" della "Chicago Review". Nel giugno del 1988 sposò in seconde nozze Bianca Maria Bonazzi. Il 23 novembre del medesimo anno, colto da infarto, spirò nella sua abitazione a Sant'Ilario d'Enza.