Biografia di Josef Strau
Josef Strau (1957 - ) Dalla fine degli anni Ottanta Strau ha sperimentato in vari modi i ruoli sociali di gallerista, curatore, scrittore, musicista e artista. Le sue numerose metamorfosi lo rendono difficile da inserire in una delle solite categorie del mondo dell'arte. In Germania, le sue attività lo hanno reso una figura di culto e ha influenzato un'intera generazione di artisti. La pratica artistica sperimentale di Strau è radicata nella parola scritta. Inizialmente i suoi scritti si concretizzano in articoli per cataloghi e riviste d'arte; in seguito sono diventate narrazioni autonome presentate sotto forma di libri e manifesti nel contesto di mostre. I testi di Strau riflettono le condizioni artistiche in cui vengono creati i suoi oggetti e includono innumerevoli riferimenti alla sua vita personale. Josef Strau ha attirato per la prima volta l'attenzione del pubblico tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta con il project space Friesenwall che ha creato a Colonia insieme a Stephan Dillemuth. Lo stesso Strau ha celebrato un "atteggiamento non produttivo": ha vissuto la vita di un artista senza l'intenzione di produrre oggetti di valore commerciale. Nel 2002 Strau ha allestito la Meerrettich Gallery di Berlino, un padiglione di vetro sulla Rosa-Luxemburg-Platz dove ha presentato performance, eventi, mostre e installazioni di artisti come Jutta Koether, Isa Genzken, Josephyne Pride e Bernadette Corporation. Alla fine del 2006, Strau ha chiuso la galleria, in parte perché non voleva che il programma diventasse banale e in parte per dedicarsi a tempo pieno alla propria pratica artistica. Le più recenti presentazioni personali di Strau sono Don't Climb The Pyramids al Greene Naftali di New York (2006) e Voices alla Buchholz Gallery di Colonia. Strau ha anche preso parte a mostre collettive alla Secession, Vienna, Portikus, Francoforte e White Columns, New York.