Biografia di Studio Rosselli Ponti Fornaroli
Nel 1952, un'enorme capannone fu convertito da Gio Ponti in un'autorimessa che divenne successivamente il suo studio, il quale continuò a essere chiamato "capannone". Durante gli anni '70, quando Ponti attribuì il nome di "forma" a tutte le sue realizzazioni (forma per un'automobile, forma per un museo, forma per una cattedrale), probabilmente avrebbe denominato il suo popolato capannone come "forma" anche per uno studio. Questo open space di 15x45 metri incarnava pienamente la sua concezione di uno studio di architettura (lo Studio Ponti Fornaroli Rosselli) che fungesse anche da laboratorio, luogo di sperimentazione per giovani ospiti e allievi provenienti da ogni paese, esposizione di materiali e modelli (oltretutto arredato con tali materiali e modelli), nonché spazio destinato a mostre. Il capannone fu anche per anni il luogo in cui veniva redatto Domus, e serviva come sede di matrimoni familiari e feste. Esso corrispondeva al piacere di Ponti di vivere e lavorare senza segreti, essendo una casa con pareti mobili e uno studio privo di pareti. Ponti avrebbe desiderato che anche la nuova sede della Facoltà di Architettura di Milano, allora in fase di costruzione, fosse concepita come un laboratorio sulla stessa base.