Biografia di Riccardo Tommasi Ferroni
Tommasi Ferroni Riccardo (Pietrasanta, 1934 - Pieve di Camaiore, 2000)
Riccardo Tommasi Ferroni è stato un artista del ‘900. Fu il padre a trasmettere al figlio la passione per il disegno e per il lavoro artistico. Ferroni si formò presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze, frequentando contemporaneamente anche l’Accademia di Belle Arti. L’influenza della letteratura è ben evidente nei soggetti mitologici e nei temi classici delle sue opere, in cui la dimensione fantastica convive con la storia, l’antico con il moderno, il sacro con il profano. Ferroni si trasferì a Roma negli anni 1957/58 dove avvenne la sua svolta artistica. In questo periodo produsse alcuni dei suoi capolavori giovanili come “Gli indemoniati di Gerasa” (1965), in cui si nota la cifra stilistica dei suoi lavori: la resa “scultorea” delle vesti, che contrasta con i delicati incarnati rosa dei personaggi. La critica cominciò a parlare dell’artista definendolo come figura in rivolta contro la tecnologia e la degenerazione culturale contemporanea, legandolo anche alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. Nel 1965 partecipò alla IX Quadriennale di Roma e a quella del 1972 e del 1986. Nel 1965 partecipò alla IV Biennale d’Arte Contemporanea di Parigi. Negli anni settanta dimostrerà le proprie doti tecniche con la realizzazione di importanti opere: “Interno” (1971), “Venere, Marte e Amore” (1972), “Allegoria romana” (1972), “Ripresa televisiva” (1973), “Ratto d’Europa” (1975). Nello stesso periodo cominciarono le sue prime esposizioni personali e collettive all’estero. Negli ottanta avvennero importati eventi: nel 1982 Ferroni diventò membro dell’Accademia romana di San Luca e partecipò alla Biennale di Venezia. Sempre negli stessi anni realizzò opere importanti come: “Cena in Emmaus” (1982), “Abramo e Isacco” (1983), “Incredulità di San Tommaso” (1983), “Grande battaglia romana” (1984). La pittura di Ferroni cominciò ad affermarsi anche nell’ambiente culturale statunitense, in cui le opere dell’artista iniziarono ad assumere connotati allegorici. Successivamente ci fu un risveglio dell’interesse nei confronti del genere figurativo e di conseguenza anche della pittura di Tommasi Ferroni.