Alessandro Turchi, detto l'Orbetto (Verona, 1578 – Roma, 22 gennaio 1649), è stato un pittore italiano. Alessandro Turchi ebbe la sua formazione pittorica presso la bottega di Felice Brusasorci, nella sua città natale. Dai primi anni del Seicento iniziò progressivamente a dipingere in modo autonomo sino alla morte del suo maestro, avvenuta nel 1605. Leggi la biografia completa
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Alessandro Turchi, detto l'Orbetto (Verona, 1578 – Roma, 22 gennaio 1649), è stato un pittore italiano. Alessandro Turchi ebbe la sua formazione pittorica presso la bottega di Felice Brusasorci, nella sua città natale. Dai primi anni del Seicento iniziò progressivamente a dipingere in modo autonomo sino alla morte del suo maestro, avvenuta nel 1605. In questo periodo realizzò alcuni dipinti di carattere religioso per varie chiese veronesi e, probabilmente, alcune opere su pietra di paragone (materiale di recente utilizzo quale supporto alla pittura). Forse dopo il 1605 soggiornò sporadicamente nelle città di Venezia e Mantova, all'epoca attrattivi poli artistico-culturali. A Verona dipinse molte opere per l'aristocrazia locale (in particolar modo per i Conti Giusti, la cui collezione contava una dozzina di opere dell'artista) e nel dicembre 1609 entrò ufficialmente nell'Accademia Filarmonica veronese subentrando al maestro che era stato prima di lui il pittore ufficiale di detta Accademia. Verso il 1614 si passò a Roma, dove rimase stabilmente sino alla morte. Poco dopo il suo trasferimento partecipò alla decorazione della Sala Regia del palazzo del Quirinaleassieme al condiscepolo Marcantonio Bassetti (pare invece escluso il coinvolgimento di Pasquale Ottino), sotto la guida di Carlo Saraceni. Notato dal cardinale Scipione Borghese, dipinse per lui il Cristo pianto dalla Maddalena e dagli angeli e la Resurrezione di Lazzaro (ancora oggi a Roma, Galleria Borghese). Il cardinale, inoltre, lo fece lavorare alla decorazione della sua villa di Mondragone (gli commissionò una pala non ancora rintracciata) e per il Casino del Barco. Molto legato alla sua città natale, continuò ad inviare dipinti di carattere sacro per le cappelle delle chiese e di soggetto mitologico per alcune celebri collezioni veronesi come quella Gherardini, la Curtoni e la Muselli. Il suo più importante mecenate fu il Marchese Gaspare Gherardini, informatore artistico di Cristina di Svezia. I suoi ultimi anni furono costellati di successi: nel 1637 fu nominato principe dell'Accademia di San Luca e nel 1638 membro della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon. Nel 1623 Alessandro sposò Lucia San Giuliano, dalla quale ebbe numerosi figli. La figlia Cecilia nel 1640 si unì al pittore Giacinto Gimignani, le cui opere denotano talvolta chiari rimandi a quelle del suocero.