Biografia di Angelo Verga
Angelo Verga (Milano 1933-1999), all'età di sedici anni decide di lavorare "a bottega" dal pittore Giuseppe Motti. Frequenta i corsi serali di nudo all'Accademia di Belle Arti di Brera dai maestri Salvadori e M. Marini. In seguito opera in vari ambienti pubblici con il decoratore Angelo Airoldi, e presso lo studio di R.Crippa.
Nei suoi frequenti viaggi a Parigi entra in contatto con la pittura dei grandi autori surrealisti, come Breton, Tzara, Farfa.
Celebre per le sue opere che mettono in luce l'importanza del segno e della geometria. Negli anni '60 ha fatto parte del gruppo del Cenobio, e in questo periodo ha sviluppato un linguaggio dinamico e pulsante, soprattutto attraverso tratti sottili, forme piccole e cromatismi intensi. In seguito, l'artista ha gradualmente semplificato il suo linguaggio, concentrandosi sull'essenzialità ed il rapporto tra segno e colore. Negli anni '70, la sua ricerca si è focalizzata sull'uso di una geometria personale e sui generis, riflettendo la situazione imperfetta e in bilico dell'esistenza. Tra le sue opere più famose si annoverano "Composizione n.7", "Quadrato stanco" e "Meridiane".
In Verga si può notare come la suddivisione geometrica della superficie della tela sia sempre stata fondamentale, in modo più o meno calcolato. Si può vedere ad esempio nell'impianto strutturale a croce delle opere materiche del 1957.
Nella sua arte, Angelo Verga mescola influenze della cultura Zen orientale con elementi tipicamente occidentali. Il suo processo creativo parte da una composizione geometrica, che viene poi distrutta e ricostruita. Il significato profondo della sua pittura si trova nella tensione tra la razionalità e la libertà istintiva. La sua ricerca dell'assoluto richiama anche l'esperienza estetica di Paul Klee.