Biografia di Vittorio Chiaia & Massimo Napolitano
Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano sono noti per aver realizzato diverse opere di rilievo a seguito di concorsi sia nazionali che internazionali, contribuendo significativamente all'urbanistica del quartiere murattiano di Bari nel secondo dopoguerra. Nel 1954, dopo un periodo di ricerca negli Stati Uniti, i due esperti ritornano in Italia e aprono uno studio in via Melo 71. L'obiettivo principale del loro lavoro è quello di trasformare le nozioni apprese da importanti figure come Richard Buckminster Fuller e Frank Lloyd Wright in concrete realizzazioni architettoniche.
Negli anni successivi, gli "americani di Bari", come vengono comunemente chiamati, lasciano un'impronta su ben 35 costruzioni. Utilizzano tecniche innovative come il "curtain wall", una struttura in alluminio che sorregge ampie vetrate, offrendo una vista sull'interno degli edifici. Tuttavia, non trascurano la tradizione e impiegano elementi come grandi blocchi di pietra pugliese, mosaici e pitture per decorare le balconate.
Le opere di Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano sono considerate i protagonisti di uno sviluppo urbanistico avanzato nel quartiere murattiano di Bari nel secondo dopoguerra. I loro interventi si distinguono per l'elevata qualità e si discostano notevolmente dai comuni standard dell'edilizia abitativa dell'epoca. Attraverso la firma di edifici condominiali, ville, stabilimenti industriali, edifici pubblici e insediamenti turistici, i due architetti applicano un rigoroso razionalismo e un'innovativa tecnologia tanto nell'arredamento quanto nella pianificazione architettonica.