L'opera è stata dichiarata di interesse culturale.

Il bozzetto in esame è un esempio di altissima qualità artistica che si può ricondurre alla produzione dei fratelli pittori e scenografi italiani Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio Galliari, originari di Andorno, nel biellese e operanti a Torino, Milano e nella zona della bergamasca, a cui si può con buona sicurezza attribuire l'opera, a loro pertinente sia da un punto di vista stilistico e che competitivo.

Il bozzetto mostra la volta di un soffitto aperta su uno squarcio di cielo tempestato di nuvole sulle quali siedono una serie di personalità di non facile identificazione. La cornice architettonica, costituita da girali floreali intrecciate a capitelli di colonne abbozzate, gioca con l'osservatore creando l'effetto tipico del trompe l'oeil. La finzione evocata dalle pitture dei fratelli Galliari invita l'osservatore a far parte di una realtà non definibile, illusoria come le storie che venivano narrate nei teatri europei del XVIII secolo.
Probabilmente si tratta di un'opera non conclusa, forse proprio perchè ritenuta un apparato effimero creato appositamente per mostrare al committente il lavoro che i pittori avrebbero realizzato sulla volta del palazzo, nell'attesa di essere approvato. Nonostante sia un non-finito, la tecnica stilistica dei fratelli Galliari emerge soprattutto nella messa in opera delle figure. Esse sono modellate attraverso l'uso dei colori ad olio stesi con pennellate corpose, ben visibili e macchie di luce e ombra che permettono alle forme di essere percepite come tridimensionali.
Rimangono ad oggi conosciuti numerosi disegni preparatori con vari livelli di rifinitura prodotti da Galliari, mentre non si hanno notizie di altri bozzetti realizzati ad olio su carta.