Matthieu, Fratello minore dei tre Le Nain, le cui paternità risultano tutt'ora difficili da distinguersi chiaramente, essendo firmate col solo cognome le loro opere più rappresentative, che tuttavia sono quasi sicuramente da assegnare al secondo genito Luis, Questi è probabile che abbia soggiornato a Roma, conoscendovi forse nel 1627 il Velazquez, considerando le affinità con cui dipinsero le rispettive "fucine del fabbro". Matthieu fu incotestabilmente il più disimpegnato, eseguendo delle scene di genere più leggere in cui agiscono dei gentiluomini in luogo di quella umanità più umile per cui il nome Le nain ha acquisito il suo giusto apprezzamento presso la critica moderna. Il maggiore successo, Matthieu, lo raggiunse soprattutto nella ritrattistica, avendo posato per lui Maria dei Medici e il cardinale Mazarino ( ma i relativi ritratti sono andati perduti), tanto da ricevere dopo essere già stato accolto nella gilda parigina sin dal 1633, l'onore, insolito per un pittore, dell'ordine di San Michele nel 1662. Dal quale fu però espulso l'anno dopo ed addirittura imprigionato per aver indossato il collare dell'ordine senza averne il diritto. Si pensa che sia stato attivo sino alla metà degli anni cinquanta, anche se le sue opere documentate giungono solo al 1648. Nella sua produzione non mancano le scene religiose, tra cui la notevole "Ultima cena" che è stata recentemente ricondotta alla sua mano. opera che può fungere da valido raffronto col presente " Giacobbe ed Esau" per una comune propensione ad un cromatismo sobrio e a un realismo allentato e non insistito; così come per una simile inquadratura della scena in un interno, ricavato tra ruderi antichi e con una vasta apertura, comportante una parziale ambientazione paesaggistica. Ringraziamo il Prof. Giancarlo Sestrieri per l'attribuzione.