ASTA 294 - ARREDI, DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO DA UNA DIMORA LOMBARDA E ALTRE COMMITTENZE
Lotto 277
Firma e data illeggibile in basso a destra.
Provenienza: Collezione Privata.
Il soggetto rappresentato è tratto da un episodio della leggenda sulla fondazione di Roma descritto dallo storico Plutarco. L'opera è iconograficamente ispirata al Ratto delle Sabine dipinto da Pietro Berrettini detto da Cortona nel 1627-29 (Roma, Pinacoteca Capitolina) in cui l'artista barocco orchestra una composizione drammatica e concitata che avrà ampio seguito. Dall'opera di Pietro da Cortona è derivato l'inquadramento architettonico con le colonne sulla sinistra e l'obelisco sulla destra. Sono ripresi anche alcuni gruppi di figure: l'uomo e la donna a sinistra e quelli al centro con la coppia di personaggi alle spalle, la figura con lo scudo del secondo piano e Romolo - tra le colonne- nell'atto di sollevare la mano, il segnale convenuto per ordinare ai romani di catturare le donne Sabine destinate a diventare loro mogli e a popolare la nuova città.
I gruppi di figure ripresi dal Cortona sono tuttavia spostati agli angoli della composizione per lasciare il posto alle scene che alimentano il secondo e terzo piano. L'opera viene così ad avere un ampio respiro scenografico che manca nel modello di riferimento.
Il dipinto è ispirato anche agli studi di Nicolas Poussin sull'iconografia di Pietro da Cortona. Da Poussin derivano l'enfasi sulla relazione tra le persone e sui loro atteggiamenti che illustrano l'azione drammatica e il maggiore spazio dato allo sfondo: l'occhio dello spettatore viene accompagnato verso l'orizzonte dagli elementi architettonici che proseguono oltre la cornice, come se quello rappresentato fosse il particolare di una scena più ampia.
Colpiscono l'alta qualità dei dettagli, come le armi abbandonate al suolo al centro del dipinto, e la resa dell'incarnato madreperlaceo delle Sabine, contrapposto a quello scuro, quasi rossastro, dei carnefici. L'opera mostra affinità con lo stile di Charles le Brun e di Charles Alfonse Dufresnoy, entrambi artisti che studiano a Roma. Per la concitazione delle figure, i contrasti chiaroscurali e l'effetto d'insieme particolarmente vivace l'opera ha retaggi dello stile di Rubens.
Per queste considerazioni il dipinto, di altissima qualità, è da ascrivere, per quanto concerne le figure, ad un artista di formazione fiamminga o francese che lavora a Roma come seguace tardo di Poussin. Mentre, come consuetudine della pittura del periodo, le architetture si devono molto probabilmente ad un altro artista, specializzato in quadrature scenografiche: si tratta di una notevole composizione scenica, chiaramente ripartita in profondità.
Base d'asta: € 3.000,00
Stima: € 4.000,00 - 6.000,00
Il dipartimento di ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO seleziona opere d’arte dell’artista da inserire nella prossima asta.
I nostri esperti sono sempre a disposizione per effettuare valutazioni gratuite e confidenziali.
Scegli una delle seguenti modalità: