Inserito all'interno di uno spazio neutro apparentemente privo di profondità, il mazzo di fiori, contraddistinto da steli e viticci vividi e guizzanti simili a capziosi tentacoli di animali marini, presenta specie floreali diverse, tra le quali è possibile distinguere, per lo più, anemoni doppi bianchi e rossi, azzurre ipomee, giacinti candidi, dorate tazzette, garofani bianchi e vinaccia e, ancora, lattee rose moscate. La particolarità descrittiva dei fiori e la vitale definizione degli stessi, quasi in movimento all'interno della canestra, consentono di poter assegnare, senza margini di dubbio, la tela al catalogo autografo di Andrea Scacciati, protagonista, insieme a Bartolomeo Bimbi, della pittura di natura morta a Firenze in età tardo-barocca, ovvero al tempo degli ultimi Medici. Per la particolarità descrittiva dei fiori, per la stesura pittorica alternante pennellate rapide e spigliate ad altre più uniformi e compatte è possibile collocare la data di esecuzione del dipinto all'ultimo tempo di attività dell'artista, ovvero al primo decennio del Settecento. Idoneo per una datazione del dipinto a questo momento risulta il confronto con opere come il "vaso di metallo dorato con fiori su un ripiano di pietra" in collezione privata, anch'esso del primo Settecento. Come le opere citate anche il nostro esemplare condivide gli stessi caratteri stilistici e lessicali, evidenti, oltre che nella resa tipologica dei fiori, nella sagomatura dei petali e degli steli sprigionanti vitalità. A differenza delle altre opere oggi note del pittore, la tela in esame risulta l'unica al momento conosciuta nella quale compare una cesta di vimini al posto del tradizionale vaso in metallo dorato. Opere del pittore con contenitori di vimini erano comunque documentate nelle fonti antiche e servirono da modelli per alcune composizioni del figlio Michele, collaboratore di Andrea morto nel 1709, artista al quale spetta, tra le altre realizzazioni, una coppia di dipinti con "Canestre di vimini con fiori su ripiani" oggi nel Museo della Natura Morta a Poggio a Caiano. L'opera è accompagnata dalla scheda di Sandro Bellesi.