ASTA 263 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO
Lotto 328
Opera accompagnata dalla scheda a cura di Fabrizio Magani.
Il dipinto in esame, che registra con originalità le vibrazioni emotive del gran teatro della natura, porta a rappresentare anche il richiamo del luogo e della luce atmosferica nei confronti degli artisti ottocenteschi, attratti dalla fisionomia variabile di simili paesaggi e dotati di quell'ineffabile filtro degli occhi tale da possedere nella memoria la verità profonda della fisionomia della montagna, dell'acqua e del cielo. L'intreccio di dati stilistici permette in più di determinare la personalità del pittore, certamente sicuro dei propri mezzi e della limpida vocazione, ovvero la maniera di Giuseppe Bernardo Bison, allevato artisticamente a Venezia, divenuto una delle personalità di punta del vivace ambiente triestino e aperto a sondare le opportunità di una capitale qual era Milano, quando nel 1831 scelse di risiedervi sino al 1844, incontrando la morte. La visione del fiume sembra catturare all'istante l'occhio dell'artista, che sa elaborare gli strumenti per la definizione del locus amoenus e, quasi a voler riabilitare la collaudata tradizione classico - letteraria dell'Arcadia settecentesca, ne qualifica le peculiarità rappresentandolo come una sorta di rifugio dove dei viandanti paiono trascorrere ore liete, se non fosse l'episodio della Sacra famiglia durante la fuga in Egitto a smascherare il possibile soggetto del quadro, dissimulato in sereni orizzonti. Il maestro risolve il contrasto tra studio diretto dei luoghi e facoltà immaginativa, accompagna l'osservatore a un'adesione immediata alla fuggevole essenza della natura e dunque all'impegno di testimoniarla nella sua più autentica espressione. Un pacato nitore diffuso, che tende a cristallizzare gli effetti di luce, giunge alla completa messa a fuoco di spazi dilatati e controllati dalla sapiente regia compositiva. Si tratta di un' opera di assoluta finezza risalente all'ultimo periodo dell'artista di origine friulana. Nel presente dipinto il maestro a fine carriera sa ribadire con sapienza la vocazione verso il virtuosismo compositivo e la trasparenza dei viraggi cromatici. Anche la tecnica impiegata pare alludere alle predilezioni di Bison negli ultimi anni di carriera. E' proprio il caso di dire che l'artista "addensa" il delicato stato di sospensione nel fondere l'acqua col cielo, e più in generale tutte le componenti di quel particolare universo. La montagna fa da sfondo a una visione assai popolare, quasi colta dal vero, e qui particolarmente legata alla cultura del paesaggio veneto del Settecento, con una più aperta adesione ai modi di Marco Ricci e di Giuseppe Zais. Il maestro, come dimostrano del resto i numerosi disegni di genere, era attratto dai protagonisti minori della vita di strada, come i contadini, i pescatori, i viandanti e i pastori che egli riconosce nella loro autonomia espressiva in pittoresche annotazioni e che restituisce alla pacata dimensione arcadica nella successiva elaborazione paesaggistica. L'acutezza del carattere dei personaggi di strada è raggiunta dall'essenzialità del tocco, ma anche dalla sintesi veloce del segno, come dimostrano anche i molti disegni in cui prevale l'uso della macchia d'inchiostro accompagnata dalla libera improvvisazione di segni a matita, caratteristiche che mostrano una impareggiabile ed interrotta vitalità. Al pari di dipinti di genere di evidente derivazione fiamminga, anche l'opera in esame individua con chiarezza le radici dell'ispirazione e i richiami diretti a una tematica di costume, che porta l'artista ad affrontare repertori "filonordici", nell'evidenza data, ad esempio, al vistoso copricapo del cavaliere di foggia secentesca. Certamente il maestro si è attenuto, nel proporre l'opera, alla nozione di gusto "troubadour", secondo la quale la combinazione analitica degli elementi caratterizzanti la moda del passato, all'inizio ispirata all'immaginario tre - quattrocentesco, si avvicina nel tempo a tonalità sentimentali più generalmente romanzesche. Si tratta, com'è noto, di una delle tante declinazioni della contemporanea sensibilità romantica, nel cui alveo rientra a pieno titolo, per ragioni di gusto e di stile, anche l'opera qui presentata.
Base d'asta: € 7.000,00
Stima: € 10.000,00 - 15.000,00
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