Asta 463 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Tradizionale
Lotto 20
sul retro: firma, data e dedica ad personam
PROVENIENZA
Collezione Bucchi, Roma
BIBLIOGRAFIA
N. Sarteanesi, Burri. Contributi al catalogo sistematico, Città di Castello 1990, pp. 280-281, tav. 1212, n. 79.10
B. Corà, C. Sarteanesi, Burri. Catalogo generale. Pittura 1979-1994, Città di Castello 2016, vol. III, p. 70, n. 1680; Repertorio cronologico 1945-1994, vol. VI, p. 232, i.7910
"Si tratta di un quadro a colori acrilici e vinavil su cellotex, tecnica sperimentata da Burri negli anni della maturità, dopo l’esperienza feconda dei cretti: una nuova esigenza di lavoro sulle forme astratte, un rinnovato interesse verso il colore e gli accordi cromatici, che risale agli studi degli impressionisti e dei postimpressionisti sulla teoria della visione.
In particolare, in quest’opera sono accostate tonalità di neri (nero opaco, nero lucido, nero satinato) e una forma, quasi organica, di color rosso vivo. Il cellotex presenta al retro la dedica: “Ad Anita e Franco in occasione delle nozze”. Tale dedica fu scritta quando l’opera fu regalata alla nipote di Burri, Anita Bucchi (Roma, 1949 - 2004).
La Bucchi, coreografa e ballerina, si sposò nel gennaio 1985, e probabilmente fu questa tensione cromatica a farle preferire il Cellotex a un cretto, inizialmente proposto in dono.
Per comprendere il profondo legame familiare tra i destinatari dell’opera e l’artista occorre fare un passo indietro. La famiglia Burri era di origine marchigiana; la madre di Burri, invece, era di Città di Castello. Si chiamava Caterina Torregiani, e il padre di Anita.
Annibale Bucchi (1888-1971) era suo cugino. Annibale fu un allievo di grande talento di Ottorino Respighi. Violinista, compositore egli stesso, calcò il palcoscenico accanto a Mascagni e Toscanini.
Nel 1946, all’epoca in cui ritornava dal campo di prigionia in Texas (era stato internato dagli americani in quanto aderente alla R.S.I.), Burri decise che non avrebbe più esercitato la professione di medico. Negli Stati Uniti si era avvicinato alla pratica artistica con le prime esperienze nell’intaglio del legno e nella pittura. Dopo il ritorno a Città di Castello, Burri visse alcuni mesi di inquietudine. Annibale decise di ospitare suo cugino
nel grande appartamento in cui viveva da solo, in Lungotevere Prati a Roma.
All’origine della storia del Burri artista si colloca dunque un rapporto familiare ed affettivo importante. Alberto Burri restò dal cugino per circa due anni prima di prendere studio in via Margutta con lo scultore Edgardo Mannucci (1904-1986), un artista oggi poco conosciuto. Poco dopo Burri formò il Gruppo Origine con Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, ottenendo i primi riconoscimenti. Negli anni ’50, Annibale
Bucchi dedicò una partitura al cugino artista, e durante tutta la vita l’artista ebbe un rapporto di affetto filiale verso Anita."
Si ringrazia Andrea Iezzi per il contributo apportato nella stesura della scheda
Base d'asta: € 90.000,00
Stima: € 180.000,00 - 220.000,00
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