Enrico Albrici (Vilminore di Scalve, 19 novembre 1714 – Bergamo, 1773) è stato un pittore italiano. Enrico Albrici (ma il cognome del pittore è spesso modificato: Alberici, Albricci, Albrizzi; e anche il nome in Arrigo, anche se si ritiene esatto Enrico Albrici, firma che il pittore utilizzava per autografare le sue opere, esclusa quella in latino degli affreschi di Capo di Ponte nacque in Vilminore (Val di Scalve) da Maffeo e Margherita, e fu subito battezzato nella parrocchia della paese. Leggi la biografia completa
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Enrico Albrici (Vilminore di Scalve, 19 novembre 1714 – Bergamo, 1773) è stato un pittore italiano.
Enrico Albrici (ma il cognome del pittore è spesso modificato: Alberici, Albricci, Albrizzi; e anche il nome in Arrigo, anche se si ritiene esatto Enrico Albrici, firma che il pittore utilizzava per autografare le sue opere, esclusa quella in latino degli affreschi di Capo di Ponte nacque in Vilminore (Val di Scalve) da Maffeo e Margherita, e fu subito battezzato nella parrocchia della paese. Data la sua spiccata predisposizione per il disegno e la pittura, venne mandato in giovane età a bottega da Ferdinando Cairo, pittore di Casal Monferrato per circa tre anni (presumibilmente dal 1730 al 1733), diventando questi gli anni più importanti della sua formazione, completatasi successivamente da autodidatta. La relazione con la famiglia era abbastanza frammentata: per lungo tempo la moglie con i figli abitò con i genitori e la sorella del pittore (probabilmente quasi demente) a Vilminore, mentre il marito faceva da spola tra la città di Brescia e i comuni che richiedevano i suoi servigi di pittore. La situazione si ristabilì solo quando nel 1763 tutta la famiglia si trasferì a Bergamo per seguire il figlio Giovanni che doveva farsi prete. Qui sicuramente il pittore ritrovò una serenità familiare. Iniziò la serie delle bambocciate che gli portarono un grande benessere economico, ma anche un forte stress lavorativo, che di tanto in tanto sfociava in momenti di forte euforia dove fermava il suo lavoro per dedicarsi al divertimento. L'Albricci divenne pittore apprezzato dai pittori a lui contemporanei e da numerosi collezionisti, dapprima nella provincia di Brescia, grazie ai suoi lavori a tematica sacra e successivamente nella città di Bergamo grazie alle sue bambocciate, lavori che vennero inviati anche a Milano e a Torino. Tuttavia il suo stile, in parte autodidatta, tanto raggiunse livelli di eccellenza nella bambocciate (dapprima copiando e poi creando un proprio stile), tanto conobbe poca evoluzione creativa nelle tematiche sacre, come dimostrano i suoi ultimi lavori nella parrocchia di Zogno, in cui si possono trovare numerose similitudini con i lavori degli esordi.
Morirà all'età di 59 anni a Bergamo dopo una forte polmonite e verrà successivamente sepolto nella chiesa di Sant'Andrea.