Biografia di Ermanno Besozzi
Frequenta la scuola per disegnatori meccanici a Gallarate, studiò poi presso lo studio G. Rinaldi (allievo di Cesare Tallone, anziano pittore del ’800 insegnante dell’Accademia di Brera).
Nel 1937 in Africa iniziò la sua attività di pittore figurativo. Fu legato sin dal 1949 alla Società Storico Artistica “Cesare da Sesto” anche come infaticabile promotore di mostre e concorsi nazionali e internazionali.
Nello studio di Fedeli, nel 1952 in Francia, ha imparato molte tecniche, tra le quali lo “strappo d’affreschi”. Dopo queste esperienze diventò un abile restauratore.
Nel 1961-62 dipinse i rovi e rami: queste “penetranti immagini di un’intensa realtà vegetale”.
Nel 1964-65 dipinse la serie di “ricordi di viaggio” e la serie dei “racconti”.
Nel 1966 dopo aver girato i musei di tutta Italia ed Europa, aver guardato Max Ernst e conosciuto E.L.T. Mesens, iniziò il periodo delle colombe e i primi collage.
La vicinanza e l’amicizia con Lucio Fontana iniziò il periodo ”quadri oggetto”, che durò sin la fine degli anni 70
Interpretando il “taglio“ e lo “spazialismo” del gran maestro, li interpretò in “rosoni merlettati”, che evocano, attraverso la loro tipica forma, architetture del passato. Col semplice mutamento dell’abituale destinazione di un comune oggetto (il pizzo di carta posto sotto le torte, la pallina del ping-pong, l’uovo di gesso) ha saputo nobilitare una cosa umile, così come fecero i “dadaisti” e gli operatori della “pop art”, inserendola in un contesto di più ampio significato e di più elevato valore spirituale.
Nel 1969, con Enrico Baj a lui legato da profonda amicizia, partecipò alla manifestazione “campo urbano” organizzata a Como sulla piazza principale antistante il duomo.
Nel 1983 fu eletto “eccelso dipintore di patasistemi” dal Collegio di Patafisica e insignito dell’ordine della Grande Giduglia.