Giovanni Fattori (Livorno 1825 - Firenze 1908) Dopo un apprendistato presso l'artista livornese Giuseppe Baldini di esperienza romana, si stabilisce a Firenze nel 1846, con Giuseppe Baldini Giuseppe Bezzuoli studia privatamente, ma alla fine di quell'anno si iscrive all'Accademia delle Arti . arte. Leggi la biografia completa
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Giovanni Fattori (Livorno 1825 - Firenze 1908) Dopo un apprendistato presso l'artista livornese Giuseppe Baldini di esperienza romana, si stabilisce a Firenze nel 1846, con Giuseppe Baldini Giuseppe Bezzuoli studia privatamente, ma alla fine di quell'anno si iscrive all'Accademia delle Arti . arte. A giudicare dagli anni di formazione artistica, la documentazione è scarsa e raramente preziosa; tuttavia, è assiduo frequentatore del Caffè Michelangelo fin dai primi anni Cinquanta, dove nel 1892 dipinge un Poeti trovatori, tema caro al romanticismo storico, come il tema de Ildegonda ispirato ai romanzi di Tommaso Grossi, che lo iniziò a Firenze nel 1855. All'epoca sperimentava con il pittore torinese Andrea Gastaldi la pittura di campagna con il pittore torinese Andrea Gastaldi, e nel 1854 dipinse il primo dipinto di qualità che conosciamo: Ora in Modern Autoritratto in pinacoteca Dal 1858, per armonizzarsi con il neoformalismo del pittore toscano, amico di Degas a Roma, si dedicò ad uno studio analitico contemplativo per ottenere una composizione basata sul rapporto ombra e luce, assolutamente astratta. Tra il 1862 e il 1866 Fattori tornò a Livorno e si dedicò alla pittura contadina e alla ritrattistica, gli stessi temi di cui Macchiaioli studiò alla Piagentina di Firenze. Nel 1867 si stabilì nuovamente a Firenze e partecipò al concorso nazionale di pittura, vincendo insieme all'immortale redazione dell'"Attacco della Vergine". Nel 1870 fu premiato all'Esposizione Nazionale di Parma con il Principe Amedeo ferito a Custosa. Nel 1872 si recò a Roma per eseguire un importante dipinto, il Mercato dei Cavalli in Piazza Montanara, esposto a Vienna nel 1873, e poi perso in un naufragio al suo ritorno in Italia dopo la mostra di Melbourne nel 1880. Nel 1875 si recò a Parigi con Francesco Gioli, Egisto Ferroni e Niccolò Cannicci, dove si interessò principalmente ai dipinti di Barbizon e alle opere di Corot. Da allora si è dedicato quasi esclusivamente a temi militari e rurali, spesso sullo sfondo della Maremma, come Massiliana presso Albinia (ospitata da Tommaso Corsini), Marsiliana), come Merca dei coltri e Salto delle pecore insieme a Venezia nel 1887 .al Riposo (Milano, Galleria Brera). Ha lavorato instancabilmente all'acquaforte, producendo risultati di alta qualità tanto da vincere una medaglia d'oro all'Esposizione Universale di Parigi nel 1900. La morte di Diego Martelli nel 1896 lo privò di un'amicizia e di un conforto, anche materiale, per lui insostituibile. Rimasto vedovo nel 1903, Fattori si risposò per la terza volta, dipinse anche un ritratto della sposa (1905, Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno), lo collocò in un angolo dello studio e intravide dietro di sé un amato Dipinto dei Butteri, eseguito nel 1903. Rimasto vedovo per la terza volta nel 1905, trascorse i suoi ultimi anni a Firenze, confortato da pochi amici e studenti rimasti, tra cui Ulvi Liegi, Anna Franchi, Giovanni Malesci.