Egisto Lancerotto Quotazioni, valore e valutazione opere

Egisto Lancerotto trascorse la sua infanzia a Noale fino al 1853, quando il padre Giuseppe, impiegato dell'Impero Asburgico nel sestiere di Noale, fu costretto a trasferirsi a Venezia per motivi di lavoro.
Questo cambiamento fu determinato dalla repressione del territorio, a seguito di vicende legate all'attività del patriota risorgimentale originario della città Pietro Fortunato Calvi (che sarà poi adottato da Egisto in uno dei dipinti della collezione comunale).
A Venezia Lancerotto studiò all'Accademia di Belle Arti, dove trovò Napoleone Nani, Michelangelo Grigoretti, Federico Moja e soprattutto Pompeo Marino More Mendy, come maestri, che ebbero la maggiore influenza sulla pittura del giovane.
A questo periodo risalgono tra l'altro i due nudi maschili e l'"Assedio di Firenze" di proprietà del comune.
La nostra inclinazione, tuttavia, è quella di rivolgerci a "scene di genere" in cui prevalgono le espressioni quotidiane.
Questa tendenza al "realismo" lo fece conoscere al pubblico negli anni Ottanta attraverso importanti mostre a Milano, Torino, Venezia, dove trovò numerosi compratori.
A quegli anni risalgono alcuni dipinti della tenuta di Noale, ad esempio: "Materna Happiness", "Scuola di Pittura", "Caccia al Selvatico".
Vi furono alcune delle opere di maggior successo di quegli anni, come "Piccolo Pittore", "Regata di Venezia" e il trittico "Scuola di Pittura".
I critici non hanno sempre accolto e rispettato il lavoro di Lancerotto, in particolare la sua ripetizione di temi, ambientazioni e atteggiamenti.
Ebbe modo di esporre più volte nella città di Verona, che ne apprezzò molto i suoi dipinti, e lì ebbe un discreto successo di vendita.
La sua enorme attività e presenza nelle mostre lo rese sempre più noto, spingendolo a mostre anche lontane come Firenze, Roma, Genova, Bologna.
Non per questo, ignorò le riviste internazionali come Universal Studios Paris nel 1878 e Universal Studios nel 1889, Anversa nel 1885, Londra, Nizza e Monaco nel 1884 e 1888.
La città dove si vede più spesso l'opera di Lancerotto è ovviamente Ferrara, grazie all'attività della compagnia “Benvenuto Tisi de Garofalo”, promotore di belle arti con sede a Palazzo Diamanti.
La relazione iniziò nel 1877 e continuò fino alla sua morte.
Grazie alle lettere conservate presso l'Archivio Nazionale di Ferrara è possibile ricostruire l'attività e la vita di Egisto.
Da questi documenti si può provare che Lancerotto aveva insegnato per molti anni all'Accademia di Venezia come assistente al corso di pittura, dove aveva inizialmente un proprio studio e poi si trasferì al Lido.
Il rapporto con la Fondazione "Tisi", che ha svolto un ruolo importante nel mantenimento degli affari, non sempre ha soddisfatto le aspettative, perché a volte Lancerotto scriveva al ministro Droghetti lamentandosi delle offerte ricevute, che non erano legate al dipinto. ritenuti insufficienti rispetto ai valori effettivi. Leggi la biografia completa

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Biografia di Egisto Lancerotto

Egisto Lancerotto trascorse la sua infanzia a Noale fino al 1853, quando il padre Giuseppe, impiegato dell'Impero Asburgico nel sestiere di Noale, fu costretto a trasferirsi a Venezia per motivi di lavoro.
Questo cambiamento fu determinato dalla repressione del territorio, a seguito di vicende legate all'attività del patriota risorgimentale originario della città Pietro Fortunato Calvi (che sarà poi adottato da Egisto in uno dei dipinti della collezione comunale).
A Venezia Lancerotto studiò all'Accademia di Belle Arti, dove trovò Napoleone Nani, Michelangelo Grigoretti, Federico Moja e soprattutto Pompeo Marino More Mendy, come maestri, che ebbero la maggiore influenza sulla pittura del giovane.
A questo periodo risalgono tra l'altro i due nudi maschili e l'"Assedio di Firenze" di proprietà del comune.
La nostra inclinazione, tuttavia, è quella di rivolgerci a "scene di genere" in cui prevalgono le espressioni quotidiane.
Questa tendenza al "realismo" lo fece conoscere al pubblico negli anni Ottanta attraverso importanti mostre a Milano, Torino, Venezia, dove trovò numerosi compratori.
A quegli anni risalgono alcuni dipinti della tenuta di Noale, ad esempio: "Materna Happiness", "Scuola di Pittura", "Caccia al Selvatico".
Vi furono alcune delle opere di maggior successo di quegli anni, come "Piccolo Pittore", "Regata di Venezia" e il trittico "Scuola di Pittura".
I critici non hanno sempre accolto e rispettato il lavoro di Lancerotto, in particolare la sua ripetizione di temi, ambientazioni e atteggiamenti.
Ebbe modo di esporre più volte nella città di Verona, che ne apprezzò molto i suoi dipinti, e lì ebbe un discreto successo di vendita.
La sua enorme attività e presenza nelle mostre lo rese sempre più noto, spingendolo a mostre anche lontane come Firenze, Roma, Genova, Bologna.
Non per questo, ignorò le riviste internazionali come Universal Studios Paris nel 1878 e Universal Studios nel 1889, Anversa nel 1885, Londra, Nizza e Monaco nel 1884 e 1888.
La città dove si vede più spesso l'opera di Lancerotto è ovviamente Ferrara, grazie all'attività della compagnia “Benvenuto Tisi de Garofalo”, promotore di belle arti con sede a Palazzo Diamanti.
La relazione iniziò nel 1877 e continuò fino alla sua morte.
Grazie alle lettere conservate presso l'Archivio Nazionale di Ferrara è possibile ricostruire l'attività e la vita di Egisto.
Da questi documenti si può provare che Lancerotto aveva insegnato per molti anni all'Accademia di Venezia come assistente al corso di pittura, dove aveva inizialmente un proprio studio e poi si trasferì al Lido.
Il rapporto con la Fondazione "Tisi", che ha svolto un ruolo importante nel mantenimento degli affari, non sempre ha soddisfatto le aspettative, perché a volte Lancerotto scriveva al ministro Droghetti lamentandosi delle offerte ricevute, che non erano legate al dipinto. ritenuti insufficienti rispetto ai valori effettivi. .
All'inizio degli anni '90 i suoi dipinti erano troppo veloci, frettolosi e di scarsa qualità, e a quanto pare il desiderio di vendere gli faceva produrre una sovrapproduzione.
Il rapporto con la sua famiglia, i suoi genitori e le sue sorelle Angela, Teresa e Katerina è ovviamente ottimo.
Particolarmente importanti sono i ritratti che Egisto dipinse per loro. "Padre Giuseppe" e "Madre Mariana" compaiono nella Civica Quadreria Noalese, nota per i loro look vivaci e forti.
Nel 1897 Lancerotto partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia, un evento che era un tributo alla fama dell'artista ma ne segnava anche il declino: l'esposizione internazionale metteva infatti in luce un'immagine più moderna che stava guadagnando slancio nella pittura.
Per un certo periodo Lancerotto lasciò Lagoon City (1905), senza dubbio in suo riconoscimento, e rimase in Brianza, almeno due conservate in Noir "In Brianza" E il dipinto "Brimonio in Brianza" lo dimostra.
Tele di questo periodo si trovano nella "Galleria Cittadina d'Arte Moderna di Milano" e al Quirinale di Roma.
Frequenta giovanissimo l'Accademia di Belle Arti di Venezia ed esordisce con il dipinto "Noale, Municipio", dai colori vividi alla maniera di Favrette.
Negli anni successivi espone a Vienna, Parigi, Monaco e partecipa regolarmente alla Venice International.
Negli anni '80 dell'Ottocento si rivolse a scene di vita veneziana, ricreandone il folclore e le solari scene impressioniste.
Predilige i dipinti di genere, gli interni di figure femminili e i ritratti, che ritrae con giocosa femminilità.
La città di Noale ha voluto onorare il pittore di origine noalese istituendo un museo tuttora in costruzione, in cui l'opera dell'artista è rappresentata da 24 disegni e 70 tele, principalmente ritratti e scene di vita quotidiana.
La fama di Lancerotto deve tutta alla sua rappresentazione della vita popolare e alla sua capacità di fermare il lento scorrere del tempo con pochi tocchi, un "realismo" che lo ha contraddistinto e ha portato alla sua presentazione alla Biennale di Venezia.
Morì a Venezia il 31 maggio 1916.

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