Ugo Pozzo Quotazioni, valore e valutazione opere

Ugo Pozzo nasce a Torino nel 1900. Ha iniziato ad esporre i suoi primi quadri futuristi con Tullio Alpinolo Bracci e Luigi Colombo dal 1919 al 1921 in mostre quasi clandestine tenute in scantinati, circoli e sale da ballo di periferia. Leggi la biografia completa

Ugo Pozzo nasce a Torino nel 1900. Ha iniziato ad esporre i suoi primi quadri futuristi con Tullio Alpinolo Bracci e Luigi Colombo dal 1919 al 1921 in mostre quasi clandestine tenute in scantinati, circoli e sale da ballo di periferia. Nel 1922 ha esposto i suoi dipinti alla prima Esposizione Nazionale della Caricatura al Garden Club di Torino insieme ad altri artisti di grande reputazione. Il 5 marzo 1923 ha fondato il Gruppo Futurista di Torino con Fillia e Bracci ed ha partecipato attivamente alle più importanti rassegne d’arte futurista dell’epoca, sia italiane che internazionali. Nel 1927, Pozzo e gli amici futuristi hanno conquistato una sala alla Quadriennale della Promotrice di Torino, dove si è tenuta la più grande e completa Mostra di Arte Futurista dell’epoca, preludio alle successive partecipazioni alla Biennale di Venezia. Oltre alla pittura, ha anche lavorato nella scultura, nella caricatura, nella grafica pubblicitaria ed editoriale, nell’arredamento, nel cinema d’animazione e nell’ideazione e produzione di giocattoli in legno. Tra il 1931 e il 1932 ha soggiornato e lavorato a Parigi come disegnatore e vignettista presso le Edizioni Montparnasse ed alcune testate giornalistiche. Dopo il Secondo Dopoguerra, ha continuato a sviluppare la sua ricerca pittorica passando attraverso pionieristici esperimenti informali e al recupero e alla reinterpretazione dello stile personale che aveva caratterizzato le sue opere futuriste. A partire dagli anni ’60 ha ripreso l’attività espositiva in diverse città italiane fino alla sua morte avvenuta a Torino nel 1981. Nonostante il suo talento e la sua attività costante, la sua memoria è stata offuscata a causa del suo carattere schivo e modesto, la scarsa circolazione delle opere nel dopoguerra ed alcune incomprensibili “dimenticanze” da parte della critica.