sul retro: firma

L'opera è accompagnata da certificato di autenticità dell'Archivio Alighiero Boetti

PROVENIENZA:
Collezione privata, Cuneo

«Quel che la biro rappresenta (rappresentava) per un occidentale, per un afghano è il ricamo, che come una memoria sopraindividuale reca in sé parti della biografia collettiva.» (J. C. Amman, "Dare tempo al tempo").
Durante un viaggio in Afghanistan, effettuato negli anni ’70, Alighiero Boetti rimase affascinato dall’arte del ricamo realizzato rigorosamente a mano dalle donne locali. In questa situazione nacquero gli Arazzi: suddivisi in griglie e caratterizzati dall’utilizzo di lettere con colori brillanti. Le parole degli arazzi, apparentemente discordanti, suggerivano tematiche di carattere politico, sociale e culturale; in modo che, lo spettatore, non subisse più l’arte in modo passivo.