L'opera qui presentata fa parte di un genere che il Brescianino frequentò meno assiduamente di quello della battaglia, ossia quello del paesaggio arcadico. Come scrive Raffaella Arisi: "Abbandonati i furori delle mischie, lontano dai fragori delle battaglie, quando il Brescianino si dedica al paesaggio, gode l'incanto di un bosco o di una radura, fra pastori e armenti"; ed è nella presentazione degli armenti che risalgono i particolari veristici che erano diventati luoghi comuni nella pittura di gusto arcadico grazie ai pittori dei Paesi Bassi attivi a Roma nei primi decenni dei Seicento, nella scia del Caravaggio e dei suoi seguaci più immediati. Un confronto molto stringente per l'opera qui presentata è il "Paesaggio con contadini" nella collezione della Rocca dei Principi Lupi di Soragna (vedi R. Arisi, Il Bresciano delle Battaglie, immagine 43)